Mafia, Pg chiede 11 anni per Dell'Utri


PALERMO - Il pg di Palermo, al termine della requisitoria, ha chiesto la condanna a 11 anni per il senatore Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il Pg ha chiesto l'aggravamento della pena di due anni rispetto alla sentenza di condanna di primo grado quando al senatore vennero inflitti nove anni di carcere.
«Dall’istruzione dibattimentale rinnovata dalla Corte d’Appello sono emersi nuovi elementi di prova sulla propensione dell’imputato Dell’Utri a inquinare le prove». È uno dei passaggi della requisitoria del sostituto procuratore generale di Palermo Antonino Gatto che oggi concluderà con la richiesta di pena per Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La requisitoria è stata lunga e travagliata. Era iniziata nel settembre scorso ma poi era stata interrotta a novembre per ascoltare in trasferta a Torino il pentito di mafia Gaspare Spatuzza. Poi c’è stato un altro stop con la richiesta, avanzata per ben due volte, dall’accusa di sentire in aula Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo, che nelle sue dichiarazioni ha fatto anche riferimento al senatore del Pdl.
Nella requisitoria, il pg Antonino Gatto ricorda, che «Si sono appresi, grazie anche al collaboratore di giustizia Michele Oreste dei rapporti tra l’avvocato di Cirfeta, Alessandra De Filippis e Marcello Dell’Utri. Rapporti intrattenuti sia direttamente che con la mediazione di Renato Farina, oggi deputato dello stesso schieramento di Dell’Utri». Secondo Gatto «sarebbero stati anche dati dei soldi da Dell’Utri alla famiglia Cirfeta. Non solo. «Dalle interecettazioni - ha detto Gatto durante la requisitoria - è stato provato che la De Filippis concordò con Dell’Utri la linea di difesa al punto da concordare anche dichiarazioni spontanee. È stato accertato anche che la De Filippis anticipò a Cirfeta somme di denaro da parte di Dell’Utri».
«Dopo quello che è accaduto finora, da questo processo mi aspetto di tutto». Lo ha detto il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, in aula, a Palermo, nel giorno in cui il procuratore generale concluderà la requisitoria e chiederà la condanna del politico, accusato di concorso in associazione mafiosa. Il parlamentare, alludendo ai colpi di scena e alle interruzioni della requisitoria, determinate dall’esigenza di sentire il pentito Gaspare Spatuzza, ha aggiunto: «speriamo che la cosa si stia per concludere, ma dopo quanto è accaduto staremo a vedere». «Questo processo - ha affermato - dura da 11 anni. Ormai, per me, quella dell’imputato è una condizione esistenziale, mi sono abituato».
«Faccio l’imputato da 15 anni, è diventato quasi uno stato dell’essere e sono stanco. Arriverà il momento in cui finirà tutto e mio mi chiederò: ”ora che faccio?”. Mi sono insomma abituato a fare l’imputato, è diventata una cosa strutturale». Lo ha detto il senatore Marcello Dell’Utri (Pdl) poco prima di conoscere la richiesta di pena nel processo d’appello di Palermo che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. «Sono venuto apposta oggi per conoscere la richiesta di condanna. Sembra che stiamo quasi alla fine, ma fino a quando non finirà non ci crederò».
Mai dati soldi all'avvocato De Filippis. «L’avvocato Alessandra De Filippis voleva dei soldi dal senatore Dell’Utri perché aveva anticipato una somma per i funerali del figlio del collaboratore Cirfeta. Ma di fatto Dell’Utri questi soldi non glieli ha mai dati». Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Di Peri, uno dei difensori del senatore Marcello Dell’Utri, replicando a quanto detto poco prima in Aula dal pg Antonino Gatto durante la requisitoria.

Fonte: http://www.ilmessaggero.it

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