La guerra per l'oro del Perù

La regione selvatica di Madre de Dios, nel Perù meridionale, è una delle più importanti riserve naturali al mondo. Ma è anche una zona ricca di oro e l’estrazione è sempre più intensa. Di recente il governo ha cercato di limitare queste attività, scatenando le proteste dei minatori, scrive El País.
A febbraio Lima ha approvato un decreto che stabilisce il divieto di estrazione in alcune zone di Madre de Dios, proibisce l’uso delle imbarcazioni che scavano sul fondo dei fiumi e impone delle tasse per i minatori che estraggono l’oro.
Il 4 aprile i minatori sono insorti contro il decreto. Almeno seimila di loro hanno dato vita a una manifestazione di protesta, bloccando la strada Panamericana all’altezza della località di Chala, chiedendo la cancellazione della legge. Gli scontri con la polizia hanno portato alla morte di almeno sei minatori.
Gli interessi in gioco sono molto alti. Il Perù è il maggior produttore d’oro dell’America Latina, il sesto del mondo. A Madre de Dios si estrae circa il 10 per cento dell’oro a livello nazionale. La vita di almeno diecimila persone dipende da questa attività. In ballo ci sono circa 16 tonnellate di oro all’anno, per un valore di circa 600 milioni di dollari.
Negli ultimi anni le attività di estrazione sono diventate sempre più intense, con gravi danni per l’ecosistema: 180mila ettari di foresta sono stati distrutti e il fiume si è riempito del mercurio che i minatori usano per ottenere il minerale.
“In questa zona del Perù lo stato non esiste più”, spiega il quotidiano. “Circa 15mila minatori operano illegalmente nella zona”.
Il settimanale peruviano Caretas denuncia invece le manovre demagogiche del leader nazionalista Ollanta Humala, che ha criticato il governo per come ha gestito la situazione. “Per andare contro il governo, Humala ha finito per difendere gli interessi dell’economia clandestina, legata al narcotraffico e ad altre attività illecite”.
L’8 aprile i minatori hanno accettato di togliere il blocco alla Panamericana e di sedersi al tavolo delle trattative con il governo.

Fonte: http://www.internazionale.it