Crisi, Bankitalia: consumi giù, disoccupazione all'8,5%


Ripresa economica ancora debole in Italia, dove si registra un aumento della disoccupazione. E' quanto si legge nel Bollettino economico della Banca d'Italia.
Palazzo Koch segnala che il Pil italiano "si e' lievemente contratto nel quarto trimestre 2009" e, nell'insieme della seconda meta' dell'anno, "l'attivita' economica ha registrato un'espansione modesta rispetto al semestre precedente". Gli ultimi dati su produzione industriale e gli esiti delle indagini congiunturali "segnalano un'evoluzione piu' vivace dell'attivita' nei primi mesi del 2010". Migliorano le aspettative delle imprese, mentre il clima di fiducia dei consumatori torna a peggiorare "riflettendo accresciute preoccupazioni sulla situazione economica e sulle prospettive di caduta del mercato del lavoro".
La Banca d'Italia segnala che "la caduta del numero di occupati, che gia' lo scorso anno si era tradotta in una sensibile contrazione del reddito disponibile, e' proseguita nei primi mesi del 2010". Secondo i dati mensili provvisori, la riduzione e' proseguita anche nei mesi di gennaio e febbraio, con una flessione pari in media allo 0,4% sull'ultimo trimestre del 2009. Rispetto al picco raggiunto nell'aprile del 2008, il numero delle persone occupate e' diminuito di oltre 700.000 unita' (-3,1%). Secondo i dati provvisori, il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'8,5% a febbraio, 1,2 punti percentuali in piu' rispetto a 12 mesi prima; tra i giovani, il dato sale di 4 punti, raggiungendo il 28,2%.
Nell'analisi sulla situazione mondiale, l'istituto di via Nazionale sottolinea che "la ripresa dell'economia mondiale e' proseguita nello scorcio del 2009 e nei primi mesi dell'anno in corso, seppure a ritmi ancora discontinui e diseguali tra paesi e aree del mondo". Secondo le valutazioni degli analisti privati, nel 2010 la crescita del prodotto dovrebbe collocarsi intorno al 3% negli Stati Uniti, al 2% in Giappone e all'1% nell'area dell'euro; raggiungerebbe il 10% in Cina, l'8% in India e il 5,5% in Brasile.

Fonte: http://www.borsaitaliana.it

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