Più di 400 nomi nella lista di Anemone


C’è l’ex ministro Pietro Lunardi, compare spesso il nome del sottosegretario Guido Bertolaso, spunta il regista Pupi Avati e si conferma il funzionario Mauro Della Giovampaola. Dalle indagini sul computer della ditta dell’imprenditore Diego Anemone spunta una lunghissima lista di nomi noti e meno noti a casa dei quali il costruttore ha svolto lavori vari di restauro o ampliamento. E che gli inquirenti stanno valutando, per capire se è possibile configurare un qualche reato.
MINISTRI E SOTTOSEGRETARI – Nelle carte c’è innanzitutto un “libro mastro” che conterrebbe poco meno di 500 nomi (412 secondo alcune indiscrezioni). Nel novero ci sarebbero anche nomi altisonanti della sicurezza nazionale. Sono ora in corso verifiche per accertare se i beneficiari dei lavori di Anemone ne hanno goduto per fini istituzionali o con finalità private. Non è soprattutto chiaro se e quali lavori siano stati regolarmente pagati o e se sono il frutto di regalie. Per quanto riguarda Lunardi, l’ex ha sempre dichiarato che gli è capitato di utilizzare le imprese di Diego Anemone, ma soltanto per i lavori nella sua casa di campagna nei pressi di Parma. Le carte oggi documentano che gli interventi delle ditte di Anemone a vantaggio dell’ex ministro sono almeno tre, oltre quello di Parma. Nel suo “sistema gelatinoso” risultano lavori di ristrutturazione nel palazzo di via dei Prefetti (acquistato da Lunardi a bassissimo costo grazie ai buoni uffici di Anemone e forse grazie al suo denaro), a Cortina d’Ampezzo (una casa di montagna del ministro) e nell’ufficio di Via Parigi; infine in via Sant’Agata dei Goti dove c’è un appartamento venduto nel 2004 da una società del figlio di Lunardi a “Iniziative Speciali” della madre di Claudio Rinaldi, commissario per i Mondiali di Nuoto (la Procura di Perugia ha chiesto l’arresto di Rinaldi).
BERTOLASO E SCAJOLA – La scorsa settimana, durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi, Bertolaso — che è indagato per corruzione — aveva svelato l’esistenza di un contratto di consulenza ottenuto da sua moglie per il rifacimento dei giardini del circolo Salaria Sport Village di Anemone e confermato come lo stesso costruttore si fosse occupato di alcuni lavori di falegnameria nel suo appartamento. Non aveva fatto però parola di altri due incarichi che Anemone avrebbe svolto privatamente per suo conto. I magistrati sospettano infatti che questi «favori» elargiti dall’imprenditore siano la contropartita per gli incarichi ottenuti per il G8 de La Maddalena, i Mondiali di Nuoto e le celebrazioni dell’Unità d’Italia. Stesso discorso riguarda le case e le successive ristrutturazioni effettuate per Scajola e Pittorru. Entrambi hanno comprato appartamenti (uno l’ex ministro, due il generale) con soldi che sarebbero stati messi a disposizione dal costruttore e adesso si scopre che il «pacchetto» prevedeva anche interventi strutturali nelle dimore. Un beneficio del quale avrebbero goduto anche alcuni funzionari delle Infrastrutture. Nella lista c’è un riferimento alla figlia di Maria Pia Forleo, la responsabile dell’ufficio contratti, interrogata a Firenze nelle scorse settimane proprio sui regali che avrebbe ottenuto anche da altri imprenditori. Anche Della Giovampaola e Rinaldi — pure loro sotto inchiesta — dovranno esibire le eventuali fatture di pagamento per smentire l’ipotesi dell’accusa che i lavori privati siano stati in realtà una ricompensa per l’atteggiamento favorevole dei confronti del Gruppo Anemone.
REGISTI E ALTRI - Nella lista compare anche il regista Pupi Avati, per lavori di ristrutturazione nella sua casa in campagna, regolarmente pagati secondo lui, che oggi rivela di aver lasciato carta bianca a Balducci, di cui aveva fatto lavorare il figlio in un suo film. E poi ci sono i lavori effettuati per l’attuale vicepresidente del Csm Nicola Mancino quando era ministro dell’Interno. Per alcune persone — per esempio Vietti, Lisi, Lupi — sono inseriti soltanto i cognomi e bisognerà verificare di chi si tratti realmente. Altri, come i vertici della polizia Antonio Manganelli e il suo predecessore Gianni De Gennaro sono inseriti nella lista ma nel primo caso si tratta di lavori non effettuati e nel secondo di interventi pagati e regolarmente fatturati.

Fonte: http://www.giornalettismo.com

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