Mondiali di calcio 2010. La prima volta del Sudafrica


Come le Olimpiadi 2008 per la Cina, così i Mondiali di calcio 2010 rappresentano un traguardo storico per il Sudafrica e per l'Africa intera, che ospitano per la prima volta uno dei più importanti eventi sportivi internazionali. Il paese ha compiuto uno sforzo enorme per giungere preparato all'appuntamento e per presentarsi al mondo senza sfigurare al confronto dei predecessori. Non si è trattato soltanto di costruire gli impianti sportivi necessari. Innanzitutto occorreva potenziare le vie di comunicazione: l'8 giugno è stato inaugurato, ad esempio, il primo collegamento ferroviario ad alta velocità di tutto il continente, che consente di percorrere la distanza tra il centro di Johannesburg e l'aeroporto in 15 minuti. Ma prima ancora è stato necessario mettere in sicurezza quelle esistenti: anche a causa delle pessime condizioni stradali, ogni anno muoiono oltre 15.000 persone in incidenti, più del doppio che in Italia, dove però i veicoli sono oltre 43 milioni contro i 9 circolanti in Sudafrica. Con orgoglio, a marzo, il ministro dell'Ambiente ha poi annunciato che nelle città che ospitano i mondiali gli alberghi potranno fornire ai clienti acqua potabile, diversamente da quanto succede in tanti altri Stati africani, e ha assicurato l'assenza di malattie causate da acqua di cattiva qualità.
Occorreva anche fornire un'immagine dignitosa e rassicurante. Per questo decine di migliaia di persone nelle città principali sono state costrette dalle autorità, senza tanti complimenti come d'altra parte succede continuamente in tutto il continente, ad andarsene perdendo abitazioni e attività economiche: nella sola Città del Capo 20.000 persone sono state sfrattate e rinchiuse in un campo per profughi; dappertutto venditori ambulanti e mendicanti sono stati allontanati dai quartieri che ospiteranno i turisti sportivi. Le forze dell'ordine, inoltre, hanno attuato una sorta di «repressione preventiva» intervenendo negli ultimi mesi con speciale frequenza e determinazione per scoraggiare le manifestazioni di protesta e i continui episodi di violenza urbana che si verificano soprattutto nelle affollate township dove milioni di persone vivono il disagio della povertà, a cui si aggiunge la frustrazione delle promesse mancate dei governi post apartheid che avevano garantito case, luce elettrica, acqua corrente, fognature, sistemi di raccolta dei rifiuti: in sostanza per tutti una qualità di vita migliore che invece ancora manca alla maggior parte della popolazione.

Fonte: http://www.ragionpolitica.it

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